Skip to main content

La quattordicesima edizione dell’Alcart Art Festival vede tre mostre fotografiche e altrettanti talks che toccano, ognuno in modo unico, il tema delle “Metamorfosi” (dal greco metamòrphosis ‘trasformazione’). Si tratta di una riflessione socioculturale sulle metamorfosi in ogni senso: personale, territoriale, con gli altri e la natura.

 

TALK

LA QUESTIONE PALESTINESE

 

Dall’inizio del XX secolo il conflitto arabo-israeliano infiamma i Territori palestinesi, creando morte e distruzione. Attraverso le testimonianze degli e delle ospiti analizzeremo questo complicato percorso che arriva fino ai giorni nostri.

 

MARTA BELLINGRERI – Giornalista e Ricercatrice

 

ALESSIO ROMENZI – Fotogiornalista

 

TRIESTINO MARINIELLO – Professore Ordinario Liverpool John Moores University

 

VALENTINA VENDITTI – Responsabile Medio Oriente ONG CISS

 

MOSTRA FOTOGRAFICA

ALESSIO ROMENZI – PROTECTIVE EDGE

 

“Mentre torno indietro, lentamente, l’ultimo mese e mezzo mi passa davanti come se lo stessi guardando ad alta velocità attraverso un parabrezza scheggiato. Ogni scena, ogni emozione, ogni lacrima e ogni risata mi consuma e tuttavia mi libera, come se una doccia calda lavasse teneramente via tutto l’orrore che avevo accumulato e immagazzinato dentro. Poi mi rendo conto che è la stessa emozione ogni volta che lascio una zona di guerra… quel sapore agrodolce, da un lato il sollievo di essere sfuggito a tutte le scene che ho visto in questo conflitto e dall’altro il senso di colpa di aver lasciato indietro tutte le persone che ho incontrato per le quali non è questione di decidere quando lasciare Gaza, perché loro, questo lusso non ce l’hanno. Sono condannati a restare lì, tra i rischi, il dolore, la tristezza e l’incertezza del futuro.” Alessio ha raccontato il conflitto Israele-Gaza del 2014, un’operazione militare lanciata da Israele a luglio 2014 contro la Striscia di Gaza governata da Hamas. Lo scopo dichiarato dell’operazione israeliana era quello di fermare il lancio di razzi da Gaza verso Israele, al contrario, l’obiettivo di Hamas era quello di esercitare una pressione internazionale per revocare il blocco israeliano della Striscia di Gaza e superare il suo isolamento politico.

La quattordicesima edizione dell’Alcart Art Festival vede tre mostre fotografiche e altrettanti talks che toccano, ognuno in modo unico, il tema delle “Metamorfosi” (dal greco metamòrphosis ‘trasformazione’). Si tratta di una riflessione socioculturale sulle metamorfosi in ogni senso: personale, territoriale, con gli altri e la natura.

 

TALK

ESSERE UMANO, ESSERE VEGETALE

 

Il rapporto tra l’uomo e l’ambiente vegetale trattato dal punto di vista antropologico e naturalistico con uno sguardo verso la sostenibilità.

 

LUCA SINEO – Ricercatore e Professore Università degli Studi di Palermo

 

MATTIA BATTAGION – Head of Sustainability Will Media

 

ELISABETTA ZAVOLI – Fotodocumentarista National Geographic Explorer

 

MOSTRA FOTOGRAFICA

ELISABETTA ZAVOLI – TI FACCIO VEDERE CON GLI OCCHI CHIUSI

 

La mostra “Ti faccio vedere con gli occhi chiusi” della fotografa Elisabetta Zavoli nasce dalla richiesta dell’Azienda Zordan di raccontare la vulnerabilità climatica del territorio della Valdagno (Provincia di Vicenza) dal punto di vista di una pianta. Perché una pianta? Il fatto di essere organismi profondamente diversi (uomini e piante) con differenze fisiche (quasi) insuperabili, ha da sempre fatto percepire le piante più come delle cose che come degli organismi viventi. Eppure la scienza dice che le piante vedono. Ma cosa guardano? A cosa danno importanza e significato? La suggestione che deriva da questo lavoro è quella di un punto di vista sconosciuto su un mondo già conosciuto, dove lo sguardo delle piante ci insegna il profondo significato della parola sostenibilità ovvero “beneficio condiviso”, l’unica via per  prosperare tutti assieme.

La quattordicesima edizione dell’Alcart Art Festival vede tre mostre fotografiche e altrettanti talks che toccano, ognuno in modo unico, il tema delle “Metamorfosi” (dal greco metamòrphosis ‘trasformazione’). Si tratta di una riflessione socioculturale sulle metamorfosi in ogni senso: personale, territoriale, con gli altri e la natura.

 

TALK

QUESTIONE DI GENERE

 

Attraverso il linguaggio l’impostazione culturale e sociale viene trasmessa e tramandata. Una riflessione sulla parola e sulla disparità di genere per una società più includente.

 

CAMILLA FERRARIO – Autrice e Content Creator Will Media

 

CLAUDIA FAUZIA – Economista e Presidente Associazione Mala Fimmina

 

FAUSTO PODAVINI – Fotogiornalista

 

MOSTRA FOTOGRAFICA

FAUSTO PODAVINI – CHIAMAMI CON IL MIO NOME

 

Chiamami con il mio nome è un progetto work in progress sull’identità di genere. È la storia di Greta e di tanti adolescenti che oggi in Italia si trovano ad affrontare un percorso di riconoscimento difficile e in salita per lo più a causa di burocrazie e mancanza di consapevolezza. Greta oggi diciasettenne, ha fatto coming out dall’età di 12 quando al suo disagio è stato dato un nome: disforia di genere. Greta è nata gemella di suo fratello Paolo ed alla nascita ad entrambi gli è stato assegnata l’identità di genere maschile. Ma fin dai tre anni Greta ha sentito dentro di sé un disagio in quel corpo maschile che non ha mai sentito suo. Chiamami con il mio nome è un lavoro fotografico che è iniziato tre anni fa durante la prima battaglia fatta da Greta e dai suoi genitori e legata al riconoscimento del suo nuovo status e del suo nuovo nome. Solo un primo passo in un percorso tortuoso che conduce al riconoscimento di diritti e di libertà di scelta. La disforia di genere oggi in Italia interessa oltre 4000 persone e si stima che in media siano necessari 5 anni per ottenere il cambio di genere all’anagrafe.

PIAZZA CIULLO